A Cercivento non hanno motoslitte. Sono un fatbiker dentro, pancetta da birra compresa, e rimango deluso quando vedo che dopo un’abbondante nevicata la prima spettacolare domenica di sole salgo sui monti e non trovo una che sia una stradina battuta da una motoslitta per salirci a piedi, sci di fondo, ciaspole o fatbike, anche nel Minnesota ce le hanno senza avere una sola montagna. Già, da noi per sport invernali si intende lo sci da discesa o al massimo lo sci di fondo, per tutti gli altri va molto la domenica portare il cane sulla neve rimanendo con attenzione a distanza ravvicinata dal mega suv parcheggiato a bordo strada, sia mai che ci si freddino i piedi. Questa mattina stavo salendo tutto contento la strada asfaltata del Tenchia godendomi il sole e la vista sul Dauda e Tamai imbiancati quando a 800 metri le mie speranze di farmi il “154” svaniscono di colpo, auto parcheggiate e strada a seguire ingombra di neve. Non potevo rassegnarmi così, alla mezza giu’ a Cercivento con tante ore di luce ancora e più di metà batteria. Il piano B della giornata è la Strada Romana da Cleulis a Cercivento, l’antica via lastricata che altro non è che il gran finale della classica discesa dallo Zoufplan. Salgo a Paluzza, alla frazione Laipacco giro a sinistra e dopo una breve ma ripida salita arrivo agli stavoli Raut a 1002 metri dove dovrebbe iniziare la vera e propria discesa e vedo con preoccupazione che la mulattiera è intonsa, nessuna traccia di ciaspole né orme di scarponi, niente di niente e già prevedo un 180° di lì a poco. E invece gli Dèi Romani oggi mi sono benevoli, baricentro dietro la sella e la biga scende agevolmente senza affondare nella neve, troppo divertente. Così divertente da tornarci qualche giorno dopo, il meteo è meno favorevole per via delle nuvole basse e la neve si è un po’ diradata ma la mulattiera lastricata è sempre super, duemila anni e non li dimostra.
2 Laipacco from Monoman on Vimeo.