C’è poco da fare, la grande massa dei possessori di biciclette gira sulle piste ciclabili o sulle sterrate di campagna per non dire in città, i mountainbiker sono solo una nicchia, non parliamo delle fat bike che siamo casi disperati. Ogni tanto sulle ciclabili ci vado anch’io e in qualsiasi giorno d’estate sull’Alpe Adria vedi più biker che in anni di trail in montagna, la cosa divertente è riconoscere la nazionalità di ognuno, a parte certi tedeschi che girano con la maglietta con su stampato “Stuttgart” giusto per toglierti ogni dubbio. Nel pieno del mio Summer Endurance Tour con le gomme stradali da 4″ perfette per le pieghe in discesa su bitume parto da Moggio e passando per le strade a zero traffico via Ovedasso e Roveredo arrivo al Ponte Peraria e m’immetto sulla FVG1, l’Alpe Adria, nelle gallerie accendo gli Hope R4 tirati fuori dal cassetto a prendere polvere e ogni tanto non è male pedalare su queste pendenze insignificanti a 25 km all’ora godendosi in estate l’aria fresca, la maggioranza dei ciclisti ovviamente va nel senso contrario in leggera discesa cosa che mi permette di elaborare qualche rudimentale statistica sul/la ciclista alpeadriano/a, e ogni tanto non manca anche qualche belvedere. Alla ex stazione di Chiusaforte sembra di essere al parco del Cormor la domenica mattina e a Pontebba esco e prendo a salire per la frazione di Plans e le case Pramolina. Conosco bene il posto, qui arriva l’ormai impraticabile sentiero 429 ma è sempre un piacere fermarsi alla fontana con panchina in legno per una breve sosta, una corta discesa dissestata porta sulla strada per Studena e sotto il sole dell’una del pomeriggio mi attende l’ultima salita per la Sella di Cereschiatis dopodichè senza neanche fermarmi a bere o cambio maglietta giù in picchiata nella silenziosa Val Aupa prendendo tutta l’aria fresca disponibile e senza gas di scarico, anche questa in fondo è una pista ciclabile.