Alla maggioranza dei biker il nome di John Ball non dirà probabilmente niente, ma a chi ha vissuto la montagna ad almeno 270° questo nome ricorda di sicuro la famosa adrenalinica cengia battezzata così dall’alpinista inglese primo salitore del Pelmo nel lontano diciannovesimo secolo e che si può ammirare in tutto il suo splendore dal Passo di Rutorto nei pressi del Rifugio Venezia, un binocolo o un tele aiuta molto. La vista sul Pelmo da lì merita da sola una gita con la bike, partenza da Forno di Zoldo e salita a Zoppè, per comoda sterrata al rifugio e poi un single track un po’ fangoso in saliscendi che va a sfiorare le rocce dell’immensa parete orientale, quella del Cadregon, è un tratto dell’Anello Zoldano e più sotto il Pelmo di così non si può. La discesa a Coi per il facile sentiero 526 è il giusto complemento di una lunga giornata in Dolomiti, nessun passaggio difficile da fare a piedi, puro relax in sella per godersi i panorami, cosa volere di più. Dal paese di Costa c’è un altro bel single fino a Iral, poi volendo ce ne sarebbe un terzo fino a Villa, l’ho fatto ma sinceramente è troppo xc per i miei gusti, i saliscendi alla fine di una discesa, se discesa deve essere non esiste tornare a fare salite, le lascio volentieri ai giovincelli delle gambe depilate e delle 29″ con gommine striminzite, è proprio un altro sport.
E allora ecco servito il Pelmo on the rocks.