Dopo due giorni di parainfluenza intestinale ho voglia di fare una bella sudata per rimettere in circolo un po’ di endorfine, sono fiacco, le previsioni meteo dicono cielo grigio e così provo a pensare ad un posto culo, uno di quelli preferiti dagli amanti dell’orrido: la Bocchetta di Zaiavor sembra perfetta per il mio scopo, in fondo la medicina più amara non è quella che fa più bene?
Ci ero andato una sola volta in un giornata nuvolosa e afosa e non mi aveva impressionato più di tanto, forse anche per l’arrivo a Passo Tanamea che, diciamolo, non ha questa grande attrattiva paesaggistica, però ricordo qualche bel tratto di sentiero e un giro così così è quello che mi serve oggi. Lascio a casa il Reign X e carico in auto la front in acciaio 1×9, con questa la salita su asfalto da Uccea a Sella Carnizza è un piacere, con la forcella bloccata sembra di pedalare una rigida e le gomme da 2″ pompate a 3 atmosfere girano agili. Alla sella giro a sinistra per la chiesetta di S. Anna e arrivo alla Piazza degli Antichi Ghiacciai, che sarebbe poi lo spiazzo sterrato davanti alla chiesa: ci può stare, questo è il posto paesaggisticamente più bello dell’intero percorso e merita una sosta prima di affrontare la seconda metà della salita da fare tutta a piedi spingendo la bici, è il sentiero 727 che porta alla Bocchetta di Zaiavor e scende poi a Tanamea. Neanche a farlo apposta, mentre salgo, più l’ambiente si fa aspro e severo più il cielo s’ingrigisce, arrivato alla bocchetta il panorama sul versante di discesa è uniformato al colore del cielo, Musi style, e i nuvoloni in avvicinamento mi fanno decidere per una rapida discesa. E se in salita avevo goduto dell’agilità della bici, ai primi tornanti sassosi e ai primi gradini di roccia il passare da 170 a 0 mm di escursione alla ruota e dalle Minion da 2,5″ alle Larsen di 2″, beh, la cosa mi ha fatto un certo effetto, solo che il sibilo è quello dei freni da 160 messi a dura prova. Prese le adeguate contromisure, scendendo coiè a piedi nei passaggi tossici, riesco però anche a divertirmi nei lunghi tratti flow con terreno compatto e fogliame secco, terreno ideale per la front, certo che arrivare a pensare che l’acciaio assorba come un carro ammortizzato è una stronzata che mi segno mentalmente di non dire e pensare mai più, ma ogni tanto va bene ridimensionarsi e affrontare i sentieri di montagna by fair means.