Il Cicloturista è una sottospecie ciclistica particolare, si muove generalmente in branco ad andatura controllata, è mite e socievole e senza troppe ambizioni sportive, non ha cioè le smanie della performance di tanti xcisti e fosse solo anche per questo mi sta simpatico, anche perchè lo associo, oltre che alla stirpe germanica, a posti di vacanza che mi piacciono molto, vedi Istria e Dalmazia. Sì, ammetto, ho letto anch’io il libro di Paolo Rumiz che va da Trieste ad Istanbul in bici, e la considero un’ottima via di fuga per quando la gamba non girerà più come deve.
E così che dopo aver testato l’anno scorso la ciclabile Alpe Adria con la bdc, l’altro giorno ho voluto provare un assaggio della mitica Parenzana, la pista ciclabile che percorre il tracciato dismesso dell’antica ferrovia Trieste-Parenzo-Canfanaro, per gli amici TPC, e invece dei 120 km dell’itinerario integrale ho optato per un anello di 50 km. Pedalare su una ferrovia dismessa è comunque un’esperienza particolare al di là della difficoltà tecnica, è come un’evoluzione da passeggero contemplativo a viaggiatore in prima persona. La piacevole sorpresa del giro, bikeisticamente parlando, al di lá del notevole interesse storico e paesaggistico, è stata la tratta Groznian-Levade, 20 km di discesa sterrata double track a pendenza moderata, ma che, se fatta ad andatura diciamo un po’ allegra, 35-40 kmh, è quasi paragonabile ad una discesa alpina, anche per l’ambiente simile, in certi tratti, a posti come la Val Resia, con l’aggiunta della vista dell’Adriatico.
Istria sempre più terreno ideale di Post Mountain, I love it.