Giro dell’anno n.2, ma solo in senso cronologico. Agosto per me ha sempre voluto dire mtb in Dolomiti o Alto Adige per tutta una serie di motivi, là ho fatto i primi giri epici nel pieno dell’estate con bici oggi improponibili, fa caldo anche in quota e non serve portarsi pile o giacche pesanti, i sentieri (del vicino) sono sempre più verdi, le discese durano una vita, non mi viene in mente altro ma penso basti. Questa forcella, Scharte in tedesco sta a dire Forcella, a 2638 metri fra la Val di Casies e la Valle di Anterselva l’avevo già fatta sei anni fa nell’altro senso e mi aveva abbastanza deluso, e stancato, per la discesa dal versante Nord a quello Sud poco divertente, ambiente sì spettacolare ma mulattiera troppo scassata e troppo corta e a seguire chilometri di noiosa strada forestale, mi sembrava meglio il sentiero della salita fatta da Passo Stalle e quale migliore occasione adesso che c’ho l’ebike per verificare questa mia teoria? Obbligatoria la seconda batteria nello zaino visto che l’andatura sarà Trail di default su tutto il percorso parto da Monguelfo alle 8 e un quarto di venerdì mattina illudendomi di evitare la ressa d’agosto, si vabbe’, già a riempire la borraccia alla fontana della piazza devo fare la coda. Pista ciclabile della Val di Casies ad andatura sostenuta per salire rapidamente in quota e quando supero al triplo della velocità due biker traditional mi vergogno anche un po’. Prima di S.Martino prendo una forestale in stile tipicamente altoatesino dalla pendenza impressionante tanto che devo piegarmi in avanti sennò m’impenno ma in questo modo taglio il percorso e sono già nella Karbacher Tal e arrivato ai 2000 metri all’ultima malga della valle la prima batteria è andata, 1000 metri e 20 km belli tirati l’hanno schiattata, adesso mancano 600 metri alla forcella ma non so quanti siano effettivamente pedalabili. Diciamo che per metà lo sono, o quasi, per metà è invece il più classico dello scendi e spingi, nello stupendo vallone che pare Glencoe ci siamo solo io e le marmotte fischianti e non mi accorgo neanche che sto spingendo come un cretino 22 kg di metallo su per una mulattiera a 2500 metri di quota. Alla Hexenscharte posso finalmente risalire in sella, pensare che in Friuli a questa quota c’è la cima dello Jof Fuart fa una certa impressione, accendo la GoPro in modalità Time Lapse e via giù mentre in alto dei bei nuvoloni neri sopra la Valle di Anterselva illuminata dal sole farebbero la gioia di ogni fotografo. La discesa dalla Hexenscharte fino al lago di Anterselva si può riassumere con il motto “Più scendi più godi”, la prima parte è tipicamente d’ambiente su larga mulattiera lastricata che ti lascia il tempo di goderti il paesaggio, prima del Passo Stalle si fa piacevolmente rocky e dal passo in giù il sentiero taglia la strada con veloci rettilinei nel bosco e facili tornantini che lasciano il posto man mano che si scende ad una serie impressionante di dossi e curve a “S” veloci e divertentissime, peccato per il cartello di divieto alle bici che s’incontra qua e là, ma che sarà mai, l’importante è scegliere sempre il segnavia n.11 dritto davanti a noi. Avvertenza: arrivare al lago senza un sorriso stampato in faccia è molto, molto difficile, facile è invece rendersi conto di essere stati catapultati di colpo in una classica località ipermegaturistica da dove in quanto unico biker fra tutti i Turisten mi conviene subito levare le tende, la birra può aspettare. E sì perché non è mica finita: il sentiero 11 continua a lungo a destra della strada per svariati km fra boschetti e prati verdissimi e solo ad Anterselva di sopra devio per l’asfalto che la gomma dietro si sta ammosciando per una pizzicata sui dossi rocciosi prima del lago, tanto da domani latticizzo.
Il resto del percorso è interamente da cicloturista giusto per arrivare sei ore e un quarto dopo la partenza a Monguelfo, stavolta il gps ha funzionato e dice 60 km per 1850 metri, lunedì posso tornare al lavoro (contento).
























