Due giorni sullo Slavnik

Mai lasciare un lavoro a metà. Dopo tre settimane di divano estremo, disciplina che va sempre più prendendo piede ultimamente ;), convinco AlbPoz ad un giro di easy mtb nelle lande carsiche a cavallo fra Italia e Slovenia, all’insegna della front, delle sterratone facili, gostilne ad ogni paesino e un certo fancazzismo che ben si addice alla stagione autunnale. L’idea era di fare una quarantina di km da Ospo a S.Dorligo della Valle, ciclovia della Val Rosandra compresa nel prezzo,  prolungamento in Slovenia in direzione Podgorje e discesa a Hrastovlje, un posto tra i miei preferiti che da troppo tempo non avevo l’occasione di visitare. Domenica il meteo non era dei migliori e così, passato il confine, decidiamo per il Piano B, buono per ogni occasione: lo Slavnik da Hrpelje con discesa sull’ultraclassico sentiero 1, una gita per grandi e piccini che non delude mai, vuoi anche per gli gnocchi al rifugio e il contorno di presenze simpatiche ;).
Rimaneva nell’aria qualcosa d’imcompiuto che andava risolto al più presto: il lunedì di ferie cadeva a proposito e, grazie ad un’idea di Alberto (a buon rendere, Alberto!) mi decido a ripetere lo Slavnik partendo però da poco sopra Trieste, S.Giovanni in Bosco per la precisione, includendo la famigerata pista ciclabile della Val Rosandra che ci vide soffrire agli albori della mtb su epiche Atala rigidissime quando era un ammasso di ghiaie e le piste ciclabili erano la’ da venire.

Il giro che ne è venuto fuori è senz’altro migliorabile, banale forse per i triestini che lo chiamano Taiano, ma una vera scoperta per noi furlani: ad essere pignoli la salita è troppo lunga per i miei gusti e faticosetta nelle mulattiere ghiaiose soprattutto con la front e il portapacchi montato dietro che non ho voglia di togliere più dopo la vacanza in Dalmazia, ma la discesa dalla cima dello Slavnik a S.Giovanni in Bosco è qualcosa da incorniciare e mettere fra le cose più belle da fare in bici, 18 km in un’ora passando dal single track facile più bello del mondo al percorso dismesso della ferrovia che più spettacolare non ce n’è, con un solo un breve tratto di asfalto in falsopiano a raccordare le due parti. E arrivare a manetta sulla ex ferrovia ormai spianata sotto le falesie dove tanti anni fa rimanevo appeso per ore, beh, la cosa ha un sapore particolare, touring bike my ass!!!

😉
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