Un giorno d’agosto di tanti anni fa, troppi forse, un amico mi propose di scendere, con le nostre bici da città col portapacchi e il fanale, dai Piani del Montasio al paesino di Piani di là, su un sentiero escursionistico di quelli che frequentavo in quegli anni ogni domenica a piedi con l’entusiasmo del giovane iscritto al CAI. La cosa mi sembrò bizzarra quanto il mio eccentrico amico, ma la curiosità mi convinse a tentare, vista anche la totale assenza di faticose salite per via che si aveva deciso di usare due auto, una da lasciare a valle e l’altra per salire ai Piani. Konrad Lorenz qui avrebbe di che commentare sull’imprinting applicato alla mtb, sottogenere freeride.
L’esperienza fu divertente e nulla di più, con quegli improbabili mezzi meccanici era giusto così, e niente lasciava immaginare un seguito, invece le cose anni dopo andarono diversamente, la prima mountainbike rigida, il passaggio diretto alla full suspended fino al delirio tecnologico di oggi, la compulsione maniacale dell’upgrade continuo. Il mio amico? Mai comprata una mountainbike in vita sua, in compenso io qualche anno dopo avevo la mia prima mtb.
Per la cronaca la discesa dai Piani del Montasio è consigliabile anche oggi come giretto di 800 metri di dislivello con partenza dalla Val Raccolana. Itinerario: parcheggiata l’auto all’agriturismo Campo base Alpi Giulie si sale per la strada asfaltata a Sella Nevea, si prende la sterrata per Casere Cregnedul di sopra dove si continua quasi in piano per la panoramica Via delle Malghe fino alle Casere Pecol. Il sentiero di discesa è il 622, segnalato e non particolarmente difficile, tranne un breve tratto franato, attrezzato con un cavo e da fare con la bici a mano. Arrivati a Piani di Là si segue la stradina asfaltata a sinistra passando per la frazione di Pianatti e in breve si scende sulla destra al parcheggio.