Non è un sentiero CAI, sulle mappe quelli si sa sono segnati in rosso, non è una via del pellegrino, non è un’alta via, è visibile sulla Tabacco solo con un tratteggio in nero e viene da pensare che sia una traccia abbandonata, invece è una delle più belle discese in Dolomiti vicino a posti ultra frequentati dai turisti da seggiovia e dove non si trova anima viva, qualcosa di incredibile veramente. Scoperta l’altro ottobre sono ritornato a inizio estate sciroppandomi trenta km di “avvicinamento” in un carnaio di moto crucche, turisti postcovid e merenderos da seggiovia fino ad arrivare in cima al Nuvolau, un lunedì di giugno che pareva ferragosto, giro la bici, scendo zigzagando fra i domenicali che evidentemente hanno il calendario sfasato e mi levo dalle pallle il pù presto possibile, e nel fare questo sbaglio a schiacciare il tasto record sulla gopro, è mai possibile che ci sia ancora gente che ti inquadra con quel cazzo di telefono se scendi in mtb da posti che non siano le piste ciclabili? Per favore feisbuk anche no… Dopo due-tre km di sentiero sono catapultato in un altro mondo, dalla dolomia abbacinante sotto il sole dell’una di pomeriggio arrivo ad un single track paradisiaco in mezzo a prati verdissimi e fiori di ogni tipo, boschi radi con stavoli sparsi un po’ dappertutto, più di 10 km fino a Colle Santa Lucia di relax immerso nel verde e nel silenzio da non credere, è quasi una fortuna che la gopro sul nuvolau abbia fatto cilecca, la parte migliore del giro in estate è da sotto il Nuvolau in giù, non ci sono dubbi.
