Pustigost, in Val Resia, e dove se no, è famoso per due classiche discese, quella strong per Stolvizza che partendo dal bivacco Crasso segue il cosiddetto “Kilometro Verticale” ed è bella tosta per dislivello e impegno tecnico-fisico, e quella più facile sul sentiero 631 per Sella Sagata che viene di solito abbinata al 631a dagli Stavoli Ruschis. Esiste una terza possibilità, scoperta per caso, che accorcia la discesa a Stolvizza ma in compenso è tutta ciclabile tranne pochi metri a spinta: arrivati al bivio per il 632 che porta a Sella Buia a 1240 metri di quota si scende ancora un tratto della strada fino ad un torrente, si prende a sinistra il sentiero tabellato ” Pustigost sulle tracce del passato” che sale blandamente costeggiando il rio e con percorso a semicerchio in quota passa per diversi stavoli quasi tutti ristrutturati e in bella posizione fino a ta-na Osrice, dove il sentiero sembra finire di nuovo sulla strada di prima e invece bisogna risalire qualche metro a sinistra per i prati fino a rivedere una tabella simile alla prima. Questo è il collegamento che porta al mitico 643, un po’ troppo scavato dall’acqua per scenderlo a tutta, diciamo che mancano un 20-30 cm di fondo per essere al top ma è pur sempre una discesa storica.
Arrivati a Stolvizza si ha automaticamente diritto ad un bonus track di valore, se non è un giorno festivo o di mattina quando è facile incontrare i tanti escursionisti a piedi: il Ta Lipa Pot che ci riporta a Prato di Resia al punto di partenza, beninteso non è un sentiero completamente ciclabile e neanche da rifare spesso però almeno una volta di qua bisogna passarci in bici, si chiama o no velo’ tout terrain?
Edit: dopo venti giorni torno su a completare le riprese con il nuovo Tokina/Angenieux 28-70, “Angie” per gli amici, e, sorpresa, il cambio stagione è ormai compleatoo, adesso il verde è il colore dominante e le temperature iniziano a diventare proibitive, bye bye, ci si rivede in autunno.