No, non è in Finlandia ma in Val Resia, misteri del dialetto locale. Ieri dopo tre mesi di vita in pianura stavo scendendo il bel sentiero 631 che dalla zona di Pustigost scende a Sella Sagata e ad un certo punto ti vedo questo cartello che segnala una deviazione ad un piccolo cocuzzolo si presume panoramico che la Tabacco digital mi dà a poche centinaia di metri in linea d’aria, così giro la bici e spingo i 22 kg di alluminio e carbonio della Decoy su per il troj finché non arrivo a questa simpatica cimetta dal nome difficilmente memorizzatile. La giornata così così dopo le piogge non valorizzava a pieno la bella visuale di tutta la valle che avevo davanti, invece il sentiero non è stato niente male, come del resto tutto il 631. Ritornati a Sella Sagata si è quasi costretti a proseguire con percorso a saliscendi un po’ assurdo in quella che è una vera dilapidazione del dislivello accumulato in rapporto alla percentuale su sentiero di discesa fino agli Stavoli Ruschis per finire in bellezza con il superclassico 631a che mi ha riportato a S.Giorgio di Resia. Da verificare la discesa diretta a Prato segnalata da una tabella ma che sembra di dubbia fattibilità per via delle troppe interruzioni.
Non male come ripresa post covid, adesso manca il sole che spacca il didietro ai passeri e siamo a posto.





