Passaggio a Nord Ovest

Non sempre in un giro in mountainbike il percorso è così evidente da lasciare la carta Tabacco tutto il giorno nello zaino, anzi, a volte si arriva ad un punto, magari dopo una salita lunga e faticosa, che non ci si raccapezza più, la sterrata è diventata mulattiera e poi sentiero poco visibile, e ci si trova davanti all’eventualità di dover rinunciare a proseguire e ritornare mestamente sui propri passi.  Ma un giro lasciato a metà è quanto di più avvilente ci può essere per un biker, ecco allora che bisogna tirar fuori tutte le energie rimaste per cercare il nostro passaggio a nord ovest quotidiano. Prendiamo ad esempio lo scollinamento di Forcella di Cima Berta da nord a sud: siamo partiti dalla Val Sfilza e saliti per la ripida cementata che parte dalle poche case di Cot, abbiamo raggiunto l’ampia sella di Casera Melettis e girato a destra per la sterrata che finisce dopo un paio di km senza un motivo ben preciso. A questo punto ci mancano solo 250 metri di dislivello da superare per raggiungere la forcella e ridiscendere nell’altro versante, ma la vecchia mulattiera di guerra nel bosco fitto non è molto evidente e per di più i boscaioli del posto hanno pensato bene di tagliare gli alberi e lasciarli a mò di sbarramento di traverso sul sentiero. Il clima non è dei migliori, anche se la temperatura è sopra la media stagionale la nebbia avvolge le cime circostanti e non c’è nessun riferimento visivo per capire dove siamo, l’unica possibilità di completare la traversata è girare in lungo e in largo tra i mughi e i resti delle vecchie tracce di passaggio a cercare la selletta giusta con il sentiero segnavia 610 che ci porterà fino a valle. E quando finalmente si mettono le ruote sul troj giusto ci si sente un po’ Scott… anche se si ha una Yeti 🙂

Questa in effetti si può considerare una gita per intenditori, la salita di 1000 metri precisi è a tratti veramente ripida, bisogna mettere in conto lo sbattimento del troj finding e la discesa è, come dire, un pò anacronistica, sono 800 metri per certi versi abbastanza monotoni di mulattiera militare ridotta a single track perfetto,questo sì, pure troppo, senza sponde, salti o altre amenità moderne, eppure rimane uno dei miei giri preferiti, da assaporare in autunno, con calma, quando i larici sono nella loro veste migliore e c’è poca gente in giro per i monti.

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