Italia-Austria 1-0

Lo diceva anche Dan Peterson: “Val Fleons: Numero 1”. Ieri sarà stata la trentesima volta eppure mi ci diverto sempre, nonstante il sentiero eroso nella parte alta che a tratti sembra il letto asciutto di un torrentello di montagna e nonostante la nuova minacciosa sterratona che sale da Pierabech fin sotto la Stretta di Fleons, ma correre in bici a mezzacosta sul troi della parte centrale dove la vallata curva verso Est e dove non si trova mai anima viva this is mountainbiking. Tra parentesi c’è una nuova strada di servizio per i lavori forestali che sale dallo stabilimento della Goccia di Carnia e si ricongiunge con la vecchia strada della val Avanza dopo il ponte a 1358 metri che è in ristrutturazione: ad un certo punto mi sono trovato, giorno infrasettimanale, nel mezzo di un cantiere di boscaioli con grossi mezzi meccanici ad ostruire la sede stradale e il pendio a monte completamente invaso da tronchi giganteschi, ero solo e mi hanno fatto passare, non so se ad essere in tanti sarebbe stato lo stesso, diciamo che questa strada accorcia un po’ la salita ed è meno ripida dell’altra.

Sette giorni prima ero in quel di Prato alla Drava per salire al Cornetto di Confine e scendere non nella Blankental come le altre volte ma sul crestone Est, segnavia 10, verso le cime dell’Hochrast e Thurntaler per andare a prendere il famoso sentiero n.7 che scende a Sillian, discesa consigliata da tanti compreso il mitico “nonnocarb”, un’istituzione per quanto riguarda la mtb in Alto Adige. Ambiente e panorami fantastici, non c’è che dire, ma quando arriva alla stazione di arrivo della funivia sul Thurntaler rimango allibito dallo scoprire che il sentiero non c’è praticamente più, la costruzione di nuove piste da sci l’hanno distrutto letteralmente lasciandone solo qualche breve tratto abbastanza difficile da trovare se non hai la Tabacco sul telefono come faccio di solito e che aiuta a non perdersi, e cosí il mega giro di 1600 metri e passa è finito nel modo più inglorioso, quello che non si augura al nostro peggiore nemico e cioè l’infame discesa su strada sterrata e meno male che ogni tanto qualche cunetta regala un minimo di divertimento.

Cari amici austriaci lasciatevelo dire: siete molto attenti ai crocifissi e ai vari tabernacoli sparsi su ogni vallata ma qualche volta siete messi peggio di noi in fatto di salvaguardia di quella che è ormai una specie in via d’estinzione: il sentiero di montagna.

Prato alla Drava, l’ultimo paese italiano (?) prima del confine.
La cartolinesca valle di San Silvestro salendo al Cornetto di Confine.
Il nuovo rifugio sotto la cima del Cornetto di Confine, mah.
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Attenti al lupo (Wolfsgebiet!).

Anche questa strada qualche anno fa era un sentiero, segnavia 10.
L’illusione del sentiero 10 fra l’Hochrast e il Thurntaler.
Aussere Almhütte, qui in zona se va bene tutti i sentieri finiscono ai 2000 metri, poi iniziano le strade.
Manufatto dell’Uomo di Thurntaler, 2023 D.C..
Quel poco che rimane del sentiero 7.
Il segnavia l’hanno lasciato, troppo buoni.

La strada di salita nella Val Avanza, ancora visibili le devastazioni della tempesta Vaia.

Casera di Casa Vecchia.

Da destra: Rifugio Calvi, Passo Sesis e la Val Fleons sullo sfondo.

La bianca parete del Peralba (=Pietra Chiara) con il Passo Sesis.

Il Chiadenis e il Peralba dall’alto.

La parte più bella della discesa dai 2100 metri di quota in giù.

La bellissima Casera Fleons di Sotto, speriamo che la strada nuova finisca al massimo qui.

Le foto 360° sono qui:

https://goo.gl/maps/Cs9uSDTN8v1dpTeF8

https://goo.gl/maps/E78uNGr8EyWMzzKq9

https://goo.gl/maps/s55Tx7sK5dNspQGf7

https://goo.gl/maps/xcrWU3frTBY881eg8

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