Quella di sotto, ovviamente, ancora attiva d’estate e comunque sempre aperta d’inverno per poterci dormire comodamente con stufa, legna e camera da letto, per me la più bella casera di tutta la Carnia. Ero ancora nei mei 20 anni che ci ho passato un capodanno memorabile, quella volta si aveva le ciaspe di legno, zaini militari col bastino ma pure la reflex giapponese superfiga perché per la fotografia non ci si faceva mancare niente. Per testare la nuova Fujifilm X-T 30 II con i miei tre obiettivi vintage Olympus OM Zuiko mi è venuto naturale pensare a questa location e per arrivarci in questa primavera senza neve l’ebike è il mezzo migliore, 500 metri da salire in scioltezza sulla mulattiera ripidissima che parte dalla cava di marmo di Pierabech e che a piedi sarebbe abbastanza noiosa. La mattina di domenica arrivato alla cava, nessuno in giro, grande sorpresa: stanno costruendo una nuova strada molto più larga e con tornanti a media pendenza per superare i primi 200 metri di dislivello, poi la strada continua a sinistra presumibilmente verso la cava mentre a destra si continua sulle rampe cementate verso la Stretta di Fleons, si procede a piedi per poche decine di metri a superare le ultime lingue di neve marcia e una volta passato il rio si torna a pedalare fino alla casera, pratica risolta in poco più di mezz’ora, e una volta entrati in modalità Foto&Video un paio d’ore passano in un lampo, il cielo s’ingrigisce e cade anche qualche rado fiocco di neve, ma risaliti in sella in piedi sui pedali gli avambracci e le gambe riacquistano subito la temperatura ideale e in un quarto d’ora si arriva all’auto. Chiaramente non è la classica gita di mtb da consigliare a tutti, per gli amanti del genere Bike+Foto invece è molto interessante, avendo più tempo e magari più in là con la stagione si potrebbe anche spingere la bici fino a Casera di Creta verde per altri 400 metri di discesa in più.
E per gli amanti del B/W: