Domenica mattina di settembre, ieri ha piovuto su tutte le montagne friulane, oggi in pianura il tempo è nuvoloso ma sembra che sul Tarvisiano ci sia un po’ di sole, carico lo zaino fotografico in macchina diretto a Sella Sompdogna, se ho fortuna dallo Jof qualche filmatino interessante lo porto a casa, magari con la gopro e la nuova lente anamorfica da pochi soldi appena arrivata, chissà che cinesata. Arrivo al parcheggio, lo zaino bello pesante sulla schiena e parto in salita sul sentiero SeiUnoZero, una ragazzina del posto sta dipingendo su un cartello in lamiera “Jof di Som…”, saluto e passo oltre, non che ci siano dubbi sulla traccia da salire ma apprezzabile il gesto comunque. La salita non è lunga però il nuovo sentiero rifatto dopo le alluvioni degli anni scorsi è un po’ brutale e per i primi 150 metri ti mette a dura prova, incontro un altro fotomaniaco e parliamo un po’ di obiettivi e varie amenità (ciao Giorgio!), dopo riprendo a salire nell’ora che tutti gli altri scendono come piace a me, e una volta affacciato sul versante sud posso finalmente sbizzarrirmi per un paio d’ore a filmare e far volare il drone, il Montasio fra le nuvole basse che vanno e vengono è uno dei miei soggetti preferiti ma la domanda di un curioso signore ” cosa sta fotografando?” mi spiazza, credevo fosse abbastanza evidente e invece per qualcuno non dev’essere così.
Alla fine della giornata il bilancio è più che positivo, la lente da quattro soldi è una piacevole scoperta che mi ha introdotto nel magico mondo dell’anamorfico, le riprese del mini drone sono sempre sorprenderti e nonostante la foschia ho portato in cascina anche un filmato della lontanissima Studence, il nevaio nell’alta Spragna sotto le pareti della Cima de la Puartate, il Nikkor 135 duplicato è servito a qualcosa anche oggi.
No, non è un lavoro anche se gli assomiglia, per me è solo un passatempo, but I like it.