Sciatori del terzo tipo

Mi piace sciare nei mesi senza la “r”, è un po’ come la regola del non prendere troppo sole in testa da gennaio ad aprile, la salute innanzitutto. Alcune delle miei più belle sciate le ho fatte in primavera inoltrata da maggio in poi, Bivera, Kotovo Sedlo, Oberlercherspitz, Cima Piatta Alta addirittura a metà giugno, per non parlare dell’Höher Sonnblick salito e sceso il primo giorno di luglio di diversi anni fa. Quest’anno poi che l’innevamento è a dir poco eccezionale e le condizioni in quota sono perfette fa parte del gioco partire con gli sci sullo zaino, camminare per un bel po’ dell’itinerario senza più neve e solo da metà in poi, se va bene, calzare gli sci e salire con le pelli, spesso non servono neanche quelle e si sale a piedi sci in spalla fino in cima. La Val Sissanis offre a metà maggio una bella scivolata sui suoi facili pendii rivolti ad est non troppo cotti dal sole, in basso la neve ha già l’aspetto dei tipici nevai estivi a conchette e finita anche quella si rimettono gli sci sullo zaino e ci si rilassa con una bella scarpinata nel bosco ormai in assetto estivo prima della birra fresca finale. Probabilmente è a causa del lockdown, quest’anno la montagna si apprezza quasi di più e non servono grandi imprese, anzi, anche una camminatina sui sentieri ci soddifa più del solito, qualcuno la chiamerebbe astinenza neanche fosse una malattia, e lo si vede dalle facce della gente che s’incontra sui sentieri, tutti contenti di essere scappati dalle terre basse.

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