Casera Rupeit

Ieri ho ripreso in mano la banshee dopo mesi che ammuffiva in garage. La sera prima scendo a dare una controllatina al mezzo: non sia mai che abbia sofferto di sindrome d’abbandono dopo un estate passata sulla bdc, e trovo infatti la nuova Minion Exo Protection da 2,5, latticcizzata da un po’ e mai usata, completamente sgonfia. Telefono a P. il supertecnico e gli chiedo se sia il caso di latticcizzare di nuovo, mi dice che sì, è passato troppo tempo senza usarla e dovevo pensarci prima, oppure rimediare con una camera d’aria. La cosa non mi convince, già so cosa mi aspetta domani a pedalare dopo mesi una bici pesante il doppio della sorellina stradale, figurarsi aggiungere altri 250 grammi alla ruota, che, si sa, valgono triplo. Da non-tecnico come sono, sostenitore della bici a zero manutenzione, decido di pomparla al massimo, girare un po’ nel cortile dei garage e aspettare l’indomani per decidere il da farsi. Ieri mi alzo con calma, colazione e poi giù in garage a vedere della gomma: perfetta, appena un po’ sgonfia ma niente di preoccupante, un’altra pompatina e via in auto, la giornata non poteva cominciare meglio, della serie va bene la tecnica ma quello che ci vuole è il QUID 😉
Volevo una gita al sole, panoramica, con un dislivello di mille metri massimo e una discesa su un bel troj: ho subito pensato a Casera Rupeit sopra Montereale Valcellina: un bel posto con magnifica vista sulla pianura che soddisfa tutti i requisiti di cui sopra, unica nota stonata l’avvicinamento in auto su strada trafficata e con molti rallentamenti. Arrivato a Grizzo di Montereale Valcellina una sgradita sorpresa, la nuvolaglia bassa che copre le cime del Piancavallo, e vabbe’, ormai non cambio programma e parto lo stesso. La prima impressione, fatti i primi metri, è quella di pedalare un trattore con le due Minion da 2,5 che assorbono qualsiasi buca dell’asfalto, però le gambe girano alla grande e vado su con il 32 davanti per un lungo tratto, sarà, mi dico, l’allenamento estivo con la bdc, o la giornata ok, fatto sta che supero il Ristorante Monte Spia ed entro nella fascia di nebbiolina pedalando agile come poche altre volte, anche l’umidità dell’aria sembra più sopportabile. Non può durare così fino alla casera, però, dato che ai 1000 metri di quota finisce la strada e bisogna scendere e spingere la bici per 300 metri, e nel bosco il sentiero è ancora viscido dopo le piogge di questi giorni. La prendo con calma, non sono più abituato a questi ravani, e quando esco su terreno aperto, ormai prossimo alla casera, ecco che le nebbie si diradano e il sole torna ad accendere i colori dell’autunno, è proprio il mio giorno fortunato! Lo spettacolo dalla casera è servito: sopra di me la Pala d’Altei, verso sud est il ciglione del Piancavallo e mille metri sotto, ma sembrano molti di meno per la ridotta distanza in linea retta, la pedemontana e la pianura, veramente una botta di culo visto il meteo di un’ora prima. Mezz’oretta di relax e poi via in discesa. Il programma prevedeva il sentiero 987, ma venti metri sotto avevo notato un cartello con l’indicazione “Sentiero MV02 Grizzo” con segnavia gialloblu e decido sul momento di seguirlo, magari è una nuova discesa anche più bella, chissà. In realtà l’inizio è piuttosto ripido e stretto, scendo a piedi qualche tratto che non sono in vena di funambolismi, la giornata è di quelle voglio divertirmi senza stressarmi, ma dopo i primi 100-150 metri la cosa si fa interessante, a parte la nebbia che si è alzata di nuovo: la traccia di terra, sebbene viscidina, si allarga al punto giusto e incominciano le danze. Ad un certo punto vedo il segnavia CAI 987, segnavia che si alterna a quello gialloblu fino in paese, un vero casino di segnaletica che risolvo a modo mio: discesa on sight per la traccia che scende più logica, d’istinto, tanto che a ricordare tutte le deviazioni diventa complicata, per fortuna che nello zaino c’ è il G-Tab che registra la traccia 😉
A casa scopro su bikemap.net, a nome di tale mighelon, la traccia della parte bassa del sentiero MV02 del Monte Spia, così realizzo che invece io sono partito dalla casera su questo e sono finito sul 987, rifatto a memoria dopo anni che non vengo da queste parti, 930 metri di dislivello per neanche 5 km di bellissimo singletrack, un tuffo sulla pianura tipico di tutti i sentieri del Piancavallo.
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